Vediamo assieme una breve panoramica di chi compra auto usate in Italia al giorno d’oggi:
• Concessionario auto - Questo è forse il metodo più comune per sostituire la propria vettura vecchia con una nuova di fabbrica. La permuta auto è molto semplice, visto che la maggior parte delle pratiche te la farà direttamente il rivenditore a cui tu ti rivolga. In questo modo, però, sarà praticamente impossibile ottenere una buona offerta sia per la vendita che per l'acquisto di veicoli usati.
• Trapasso auto con privato - Trovare un acquirente interessato al tuo veicolo tramite annuncio può farti guadagnare bene se hai il tempo e la pazienza di condurre incontri con i compratori e negoziare un buon prezzo. Occhio alle truffe, che sono spesso in agguato, e riconoscerle è difficile.
• Vendita a rivenditori privati - Questo tipo di affari può risultare molto vantaggioso, in particolare nel caso degli esportatori auto. D’altro canto però, spesso si riscontra scarsa trasparenza e poco rispetto della legislazione, specialmente per l’esportazione. Inoltre, le garanzie scarseggiano.
Impara a riconoscere le truffe
La maggiore insidia per il venditore è riconoscere, tra chi compra auto usate, quelli che non sono degli acquirenti legittimi. Se riconosci qualcuno dei seguenti casi, meglio lasciar perdere e passare oltre.
Acquirente dall’estero - se al tuo annuncio risponde qualcuno che dice di venire dall’estero e propone l’acquisto a cifre esagerate, riportalo come spam. È sicuramente una truffa: se accetti, il compratore richiederà un anticipo sulla cifra per tasse doganali, inesistenti.
L’assegno circolare - L’acquirente insiste nel voler pagare con assegno circolare. Tu depositi l’assegno e il giorno dopo la banca ti chiama: l’assegno è contraffatto. Troppo tardi per rimediare, la tua auto sarà già stata esportata e rivenduta, senza possibilità di riscatto.
L’azienda fantasma - Il compratore ti dà appuntamento in un luogo pubblico. Eppure si presenta come titolare di un’azienda, regolarmente registrata. È sicuramente una truffa: tramite cavilli burocratici, i nomadi possono infatti creare aziende senza sede fisica. Attento!